While Waiting: la recensione di un videogioco in cui… si aspetta

Nella recensione di While Waiting scopriamo il nuovo videogioco di Optillusion, la storia di una vita raccontata interamente attraverso momenti di attesa.

A nessuno piace aspettare. Nonostante la quantità di divertimenti e di distrazioni che la società moderna mette a nostra disposizione, probabilmente l’attesa – specialmente quella passiva e forzata, come per esempio quando si resta bloccati nel traffico o si è costretti a fare i conti con un ritardo in aeroporto – rappresenta l’unico momento in cui si inizia a prendere realmente coscienza del tempo che sfugge fra le dita. E poi c’è un secondo volto dell’attesa, ancor più logorante, quello fatto delle ansie e dei timori che si manifestano prima di sostenere un esame, dopo aver concluso un colloquio di lavoro, quando ci si trova a dover fare i conti con la malattia. Certo, si tratta di situazioni estremamente diverse che spianano la strada a sensazioni diametralmente opposte, ma che si stiano depennando giorni dal calendario o contando secondi sull’orologio c’è sempre una costante nell’equazione: aspettare fa schifo, specie se si resta con le mani in mano.

Nella recensione di While Waiting raccontiamo un videogioco interamente basato sull’attesa, che è la lente scelta dallo studio indipendente cinese Optillusion – già noto alla sua nicchia in ragione dello splendido puzzle game prospettico Moncage – per osservare l’esistenza del suo protagonista senza nome. Sì, avete capito bene: While Waiting è un videogioco il cui perno centrale è incarnato dall’atto stesso di aspettare, un’opera totalmente muta che srotola l’intera pellicola di una vita e sceglie di soffermarsi solamente su fotogrammi nei quali – solo al primo sguardo – non succede assolutamente niente, al punto tale che è possibile portarlo a termine senza nemmeno sfiorare il dispositivo di input.

Nell’attesa

In While Waiting, più d’ogni altra cosa, si aspetta: prendendo il largo dai momenti immediatamente antecedenti alla nascita del protagonista, l’opera di Optillusion è composta da cento scenari tondi tondi che percorrono l’interezza della sua vita mettendo in scena esclusivamente ritagli di giornate in cui si trova semplicemente ad aspettare. Può capitare che sieda annoiato alla fermata dell’autobus dopo essere uscito da scuola, che stia aggiornando freneticamente la casella email sperando di trovare la lettera d’ammissione all’università, che sia rimasto in fissa di fronte allo schermo dello smartphone desideroso di ricevere un messaggio dalla sua compagna, o che si trovi in una corsia d’ospedale ansioso di scoprire notizie sullo stato di salute di un parente.

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